Aggiunto agli antiretrovirali standard riduce del 17% le ospedalizzazioni
Più di 10.000 vite all'anno potrebbero essere salvate potenziando i farmaci somministrati ai pazienti con HIV. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha mostrato che un 'cocktail' di antibiotici e antibatterici, in aggiunta agli antiretrovirali standard, riesce infatti a diminuire le morti del 27%. Nell'Africa sub-sahariana, tra i pazienti con infezione da virus immunodeficienza umana avanzata (HIV), il tasso di morte da infezione poco dopo l'inizio della terapia antiretrovirale (ART) è di circa il 10%. Questo avviene perché l'HIV è spesso diagnosticato tardi, quando ha già devastato il sistema immunitario, lasciando le persone vulnerabili a infezioni batteriche pericolose come tubercolosi, polmonite e meningiti.
I ricercatori hanno perciò pensato di prescrivere un cocktail di farmaci all'inizio della terapia dell'HIV per trattare le infezioni "opportunistiche" che attaccano l'organismo già debilitato. Lo studio è stato condotto in Uganda, Zimbabwe, Malawi e Kenya e ha coinvolto 1.805 pazienti di età superiore ai cinque anni. I pazienti sono stati divisi in due gruppi randomizzati per ricevere profilassi standard (899 pazienti) o profilassi potenziata (906 pazienti), che prevedeva un mix di farmaci, inclusi gli antibiotici, accanto ai farmaci antiretrovirali standard per l'HIV. Quindi sono stati seguiti per 48 settimane. Oltre a una diminuzione complessiva del 27% delle morti, i risultati hanno mostrato che la terapia preventiva potenziata ha portato a una diminuzione del 28% dei casi di tubercolosi, del 62% di meningiti, del 58% di candidosi e del 17% delle ospedalizzazioni.
fonte: ansa
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